Marcello Saija, Alberto Cervellera. Mercanti di mare. Salina 1800-1953. Messina: Trisform, 1997. 250 pp. ISBN 978-88-89289-05-1.
Reviewed by Franco Andreucci (University of Pisa)
Published on H-Italy (August, 1999)
Sono i primi anni del XIX secolo quando la vita sonnolenta di Salina--una delle sette piccole isole dell'arcipelago delle Eolie, una quindicina di miglia a nord-est della Sicilia--sembra scossa da un cambiamento. La produzione agricola, e in particolare quella delle uve, ha un^Òimpennata, mentre il regolare traffico commerciale, basato su occasionali viaggi di piccole imbarcazioni da Salina ai porti di Lipari, di Milazzo o di Messina diviene intenso. Fra il 1806 e il 1810, infatti, si erano insediati a Messina circa 10.000 soldati inglesi, con l'obbiettivo di scoraggiare lo sbarco dalla Calabria di truppe napoleoniche, ed erano subito divenuti, per gli agricoltori e per i marinai di Salina un nuovo, imprevedibile mercato. In pochi anni la produzione di malvasia--il vino passito prodotto sull'isola con uve malvasia--spinge le attivita primarie verso una sorta di monocultura, cosi come cambia organizzazione del trasporto e la commercializzazione del prodotto. Ma i cambiamenti politici legati al tramonto di Napoleone producono nuove sfide per le piccole comunita rurali e di marinai dell^Òisola: da una parte il mercato inglese di Messina e di Palermo si esaurisce, dall'altra i progressi compiuti dalla marineria isolana consentono di guardare a nuovi orizzonti. I viaggi verso Napoli divengono sempre piu frequenti, sull'isola si installa una famiglia di maestri d'ascia e le imprese commerciali--sempre a base familiare--si consolidano dando luogo alla creazione di una piccola flottiglia di imbarcazioni. Le feluche, i bovi, le marticane vengono verso la meta del secolo accompagnati dalle golette e dai brigantini, e quelle che ormai sono divenute le grandi famiglie dei padroni di mare (i Lo Schiavo, i Giuffre, i Donato, i Re, i Pajno, ecc.) percorrono ormai ampie vie d'acqua. In primo luogo la piccola rotta tirrenica, che da Salina, a volte attraverso passaggi da porti della Sicilia orientale, giunge a Napoli per sbarcare malvasia ed altri vini siciliani ad alta gradazione; poi la piccola rotta ionica, verso i porti di Taranto e di Crotone, per imbarcare granaglie ed altri cereali da rivendere nelle isole; la grande rotta tirrenica che nello smercio dei vini tocca Napoli, Livorno, Genova, Tolone; la grande rotta adriatica, diretta verso il porto di Ancona; e infine, le grandi rotte mediterranee che portano i prodotti isolani lungo la direttrice sud orientale a Malta, o verso occidente a Tunisi.
Il modello di sviluppo che dominera la vita dell'isola fino alla fine del secolo XIX si era gia consolidato negli anni dell'Unita d'Italia. Al suo centro stanno i mercanti di mare, e la loro attivita sollecita e regola l'attivita agricola dell'isola. Il vino, la malvasia, la passolina divengono i tre principali prodotti esportati che danno ai mercanti di mare il punto di partenza commerciale della loro attivita.
Ma non sono solo loro ad arricchirsi. Gli agricoltori vivono addirittura un'epoca d'oro quando, a partire dalla meta degli anni 70, i prezzi del vino salgono rapidamente anche a causa della fillossera che distrugge i vigneti in tutta l'Italia. In Sicilia l'infezione esplode a partire dal 1878, ma Salina sembra inizialmente esente dall'afide. Si tratta di attendere pochi anni, e dopo una ulteriore impennata dei prezzi del vino, tutta l'economia di Salina entra in crisi. Dal 1888 i vigneti sono distrutti; dal 1891 inizia un'emigrazione massiccia che ridurra a quasi la meta in dieci anni gli abitanti dell'isola: dagli 8904 cittadini del 1891, 3900 sono dati come "temporaneamente assenti" nel 1901. I velieri vengono tirati a secco, della ricchezza di un secolo resteranno solo i ricordi e gli ex-voto.
A partire da ora, inizia cio che Saija chiama il "modello assistito", e cioe un' economia ancorata agli aiuti statali che vede la sopravvivenza delle sole attivita marittime legate a servizi permanenti, come il trasporto passeggeri, la posta e il trasporto di generi alimentari. Al di la degli occasionali episodi dell'emigrazione di ritorno, che danno luogo, negli anni attorno alla Prima guerra mondiale a qualche investimento immobiliare, l'episodio piu rilevante e dato dalla costituzione e dal funzionamento, fra il 1925 e la seconda guerra mondiale, della Societa di navigazione Eolia, con sede a Santa Marina e capitali in larga parte salinesi che gestisce con una piccola flotta di motonavi i servizi di collegamento fra le isole, Napoli e la Sicilia. Nonostante la relativa ripresa nella produzione di malvasia nel corso degli anni 30, l'isola sembra indirizzata verso un destino di declino e la tragedia della guerra contribuira largamente a segnarlo: quasi tutte le navi della societa Eolia vengono requisite o affondano per atti di guerra nel Mediterraneo. La ricostruzione del dopoguerra vede sostanzialmente il ripristino dei servizi essenziali. L'eta d^Òoro della meta del XIX secolo sembra ontanissima e solo in tempi recenti una ripresa delle attivita economiche legata al turismo torna a dare ossigeno all'isola.
Il libro e ben documentato ed offre la prima ricostruzione sistematica della vicenda economica dell'isola di Salina fra la fine del 700 e gli anni 50 di questo secolo. I quadri della ricostruzione ottocentesca sono affascinanti e richiamano a volte gli scenari di un Mediterraneo al centro di prestigiose ricostruzioni a tutto tondo. Le illustrazioni che accompagnano il testo servono largamente al loro scopo, che e quello di offrire attraverso la documentazione iconografica uno straordinario ausilio per l'immaginazione combinatoria: le imbarcazioni, le famiglie, i "padroni," le scene di vita acquistano colori, mentre prendono corpo i tratti peculiari della cultura di una splendida isola mediterranea.
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Franco Andreucci. Review of Saija, Marcello; Cervellera, Alberto, Mercanti di mare. Salina 1800-1953.
H-Italy, H-Net Reviews.
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